De Leggend of Abbruzzo

Salve a tutti, amici e amiche. Quest'oggi voglio farvi conoscere una persona molto interessante, che ha saputo coniugare tradizione abruzzese ed arte grafica moderna.
In che modo ci è riuscito? Chiediamolo a lui.

Ciao, puoi presentarti ai nostri lettori?

Salve lettori di Fantastico Abruzzo. Io sono Piezaroth.
Sono nato nel 1990 a Chieti con un nome normale: Pietro Colantonio. Poi, per una serie di motivi, mi sono ritrovato con questo soprannome ed ho deciso di adottarlo come marchio creativo.
Per comodità mi definisco un “digital artist & creative” e lavoro come libero professionista nel settore dell'arte digitale. Sinceramente, non mi piace definirmi “artista” poiché lo trovo un titolo un po' troppo impegnativo; preferisco “creativo”. I miei ambiti di interesse principale sono i fumetti, i videogiochi, l'illustrazione, l'animazione, il cinema e l'audiovisivo in generale... e le persone!
Ogni giorno sono orgoglioso ed entusiasta di apprendere e mettere in pratica tutte queste passioni grazie al mio lavoro.
I miei motti sono due e sono stati pronunciati da personaggi molto più saggi ed autorevoli di me. Entrambe le frasi mi rappresentano pienamente:
  • Imagination is more important than knowledge” (L'immaginazione è più importante della conoscenza) di A. Einstein.
  • Be water my friend” (Sii come l'acqua, amico mio) di B. Lee.
Com'è iniziato il tuo percorso artistico?
Disegno fin da quando ero piccolo, ho sempre disegnato da che ho memoria. Da bambino oltre che disegnare, mi piaceva immaginare storie che poi rappresentavo attraverso quelli che da grande ho imparato a definire storyboard o semplicemente fumetti. Questo mi ha portato con gli anni a diventare un appassionato di “fantasia”, intesa nel più largo senso del termine. Durante l'adolescenza (ed ancora adesso) ho imparato e ho preso ispirazione da migliaia di fumetti, libri, videogiochi, film, serie tv e affini. Ho iniziato a prendere dimestichezza con le regole della narrativa ed ho sperimentato vari processi creativi fino a trovare quelli che esprimono meglio la mia indole. Essi sono prevalentemente la scrittura creativa e l'invenzione di universi narrativi (storytelling e sceneggiatura), la creazione di personaggi e contesti in cui inserirli (character design), la creazione di meccaniche di gioco (game design) ed una serie di settori affini come l'animazione, la grafica 2d e 3d, il linguaggio video etc. Ovviamente tutte queste cose non le ho imparate esclusivamente da autodidatta.
Dopo il liceo scientifico F. Masci di Chieti ho deciso di frequentare l'Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e poi quella di Macerata. Mi sono laureato in “Nuove Tecnologie Per l'Arte” e specializzato in “Linguaggi Multimediali – Digital Video”, in entrambi i casi con 110 e Lode (scusatemi, ma ne vado molto fiero). Grazie al mio percorso universitario ed a persone fantastiche e competenti, mi sono appassionato a tutti i mezzi digitali e ho potuto realizzare le cose che immaginavo; da allora non ho mai smesso di approfondire e imparare cose nuove in questo settore lavorativo stupendo, ricco di stimoli e sempre in continua evoluzione.
Da piccolo volevo fare il fumettista, poi conoscendo tutte le possibilità date dai mezzi informatici e digitali, sono cresciuto nell'ambizione di diventare un creativo più completo e un autore di opere di fantasia fruibili su diversi media. Ho sempre sentito un forte bisogno di raccontare cose nuove. Sebbene le mie ispirazioni siano diverse, cerco sempre di produrre cose mie, per cui posso definirmi come un padre, anzi: un autore.
Hai un disegnatore preferito a cui fai riferimento?
In realtà ne ho molti o meglio, ho svariate fonti che hanno influenzato la mia cultura visiva e narrativa. Sono ispirazioni ben distribuite in tutto il corso della mia vita e coprono diversi ambiti di interesse che vanno dai manga, ai videogiochi “art game”, a film di tutti i generi... Mi risulta difficile farne un elenco con criterio. Se dovessi dire i primi disegnatori/autori che mi vengono in mente nell'ambito del fumetto, direi Gabriele Dell'Otto (Marvel), Jamie Hewlett (Gorillaz), Frank Miller (Sin City,300), Akira Toriyama (Dragonball) e Eiichiro Oda (One Piece); ma ce ne sono tantissimi altri, come Zerocalcare, Milo Manara, Tiziano Sclavi o anche “semi-sconosciuti” bravissimi, scoperti su internet.
Poi ci sono tutte quelle influenze narrative e creative che consiglierei a tutti di conoscere. Provo ad elencarle, più che altro perché mi piacerebbe che qualcuno ne traesse spunto. Se fossi un insegnante, queste cose le farei studiare a scuola a prescindere dal tipo di studi!
  • Hideo Kojima e tutta la sua saga videoludica di Metal Gear
  • I videogiochi di Fumito Ueda (Ico, Shadow of The Colossus)
  • Tutta la saga di videogiochi di Dark Souls
  • Il cinema di S. Kubrik, A. Hitchcock, C. Nolan, D. Fincher, Q. Tarantino, H. Miyazaki (e tanti altri).
  • Fumetti e manga a non finire, come Death Note, HunterXHunter, One Piece, One Punch Man, Dylan Dog (...)
  • La letteratura di Tolkien (non serve specificare)
  • Dungeons & Dragons
  • La saga di Star Wars
Potrei andare avanti per ore, ma ve lo risparmio. L'importante per me, è riuscire a comunicare che per un creativo la cultura personale, il tempo libero e le ispirazioni sono una cosa essenziale. Sono nutrimento. È grazie a tutti questi artisti ed autori che riesco a creare cose nuove e mi sforzo di renderle originali al 100%.
Fare l'illustratore è la tua attività principale?
Fare l'illustratore per me non è una vera attività lavorativa, ma lo sta diventando: è una passione che porto avanti da sempre. Se riesco a realizzare qualcosa che piaccia agli altri e che possa anche farmi guadagnare, tanto meglio, ma per determinate cose devo esserne soddisfatto io ancora prima del committente, altrimenti il lavoro lo rifiuto. So che possa sembrare antipatico, ma non riesco proprio a vendere qualcosa di cui non sia convinto. Piuttosto lo faccio gratis e comunque mi sforzo sempre moltissimo per far comprendere al committente la differenza tra un prodotto bello ed uno meno.
Oltre che disegnare ed inventare storie, il mio lavoro consiste nel creare animazioni, video, videogiochi, grafiche, pubblicità, videoclip musicali, grafica 3d, videomapping (…). É un lavoro particolare che unisce perfettamente tecnica (acquisita con anni di studio e esperienza) e creatività (alimentata costantemente da varie fonti di ispirazione).

Siccome un “portfolio vale più di mille parole”, se siete interessati vi invito a dargli un occhiata qui http://piezaroth.weebly.com/.
Hai in programma di disegnare una serie di fumetti basandoti sui personaggi che stai creando?
Di personaggi e storie originali, in realtà, ne disegno e scrivo parecchi. Attualmente sto lavorando su De Leggend of Abbruzzo, un progetto nato in un momento particolare della mia vita e a cui tengo molto, per cui voglio portarlo avanti il più possibile.
Per adesso preferisco non svelare il suo futuro. Anticipo che sicuramente avrà un seguito e nel corso della sua evoluzione cambierà forma più volte. Per usare un termine entomologico: allo stadio attuale è ancora una crisalide. Il mio sogno resta sempre quello di diventare autore di universi narrativi e DLOA è un inizio.
Da dove è nata l'idea delle illustrazioni a tema abruzzese? Qual è l'icona che preferisci?
Da piccolo lessi “I Malavoglia” di G. Verga, ecco, chi lo conosce capirà bene di cosa parlo. Ho vissuto circa dieci anni lontano dalla mia terra e una volta tornato, ho trascorso un anno e mezzo in cerca di un'identità lavorativa provando una forte sensazione di straniamento ed è questa che ha generato il nucleo creativo. Il mio primo approccio è stato quello di cercare lavoro altrove, il più lontano possibile, anche all'estero.
Poi, ad un certo punto ho avuto un'illuminazione, connessa a varie vicissitudini e persone – soprattutto una in particolare, anche se in maniera inconsapevole (se mai leggerà questo articolo forse potrebbe rendersene conto!). Ed ecco che ho deciso di rappresentare la mia terra, che amo e che mi sono reso conto di conoscere fin troppo poco.
Per me, De Leggend Of Abbruzzo è un modo di scoprire cose nuove e reinterpretarle. È un esercizio di stile, una forma espressiva. È una storia ancora molto criptica, che mi sta piacendo molto. Tra le mie numerose ispirazioni, per quanto possa sembrare strano, quella che più si avvicina a DLOA è Dark Souls (nota saga di videogiochi). 
Invito i lettori interessati alla narrativa, ad informarsi come sia nata tale saga, in particolare come il suo ideatore (Hidetaka Miyazaki) si sia approcciato alla creazione di questo bellissimo universo narrativo; in breve: mostrato ma non raccontato, quindi immaginato dai fruitori.
Tornando al discorso iniziale cioè su quale sia la mia icona preferita, al di la di quanto si potrebbe immaginare, è la bella Marianicola. Analizzando il testo della celebre canzone a lei dedicata, mi sono letteralmente illuminato e presto lo racconterò. Inoltre i personaggi femminili mi affascinano moltissimo, sia nella finzione che nella realtà.
Come mai, tra le tante figure di riferimento, hai scelto proprio il guerriero di Capestrano? Ha un significato particolare per te?
Assolutamente si. Io sono originario di Chieti. Il Guerriero è custodito a pochi metri da casa mia. É una reliquia che mi affascina da sempre, con tutti i misteri che porta con sé.
É tra beni archeologici più antichi d'Italia, e quindi, del mondo. Non ho avuto la minima esitazione a rappresentarlo come protagonista delle leggende d'Abruzzo. È stato assolutamente spontaneo.
Per quanto riguarda il design che ho deciso di adottare, esso è volutamente reinterpretato per rendere una leggendaria “statua” qualcosa di più pop ed iconico. Mentre lo disegnavo pensavo a Batman, Capitan America e tutta una serie di icone fumettistiche senza tempo. Confesso che mi sono ispirato anche ai Sayan di Dragonball per l'armatura – per quanto esso sia “sorpassato” nella mia fantasia, è innegabile che abbia influenzato me e tutta la mia generazione. Ho voluto omaggiare gli eroi che tutti conoscono. Vorrei che il misterioso Guerriero un giorno diventasse l'icona pop abruzzese per eccellenza, e non posso fare a meno di pensare che sia perfetto nel rappresentare la saggezza, la caparbietà, l'orgoglio, la forza e la tempra della mia gente.
Vorrei chiudere dicendo che in De Leggend of Abbruzzo e nei suoi personaggi, infondo tanto di me stesso e delle persone a me care. Spero che chi segua le leggende se ne accorga e si emozioni come mi emoziono io nel rappresentarle.

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