Civitella del Tronto: la storia tra le ruette

Iniziamo la nostra gita parcheggiando le auto in un ampio parcheggio gratuito di fronte la caserma dei Carabinieri. Attraversiamo la strada e, salendo una breve rampa di scale, siamo di fronte la porta di accesso est del paese: Porta Napoli.

Porticato con vista sui Monti Gemelli - Foto: Sylvia Perozzi

Oltre che dalle mura fortificate, la nostra attenzione viene prontamente catturata da un'altra attrazione locale: un food-truck con la mitica porchetta di Campli! Facciamo posto ai panini negli zaini estraendo le macchinette fotografiche e partiamo alla conquista della civitella.

  
Corso Mazzini - Foto: Ludovica Pescara
 
Percorriamo, con gli occhi spalancati, il dedalo di stretti vicoli che si snoda al di sotto della fortezza di Civitella del Tronto e teatro di storiche battaglie, con cui la popolazione ha conquistato il fregio di Fedelissima, così come testimonia il mosaico sul selciato di fronte al Municipio.

La fortezza si staglia nel punto più alto del territorio comunale (circa 600 metri slm) con i suoi 25.000 mq di superficie distribuiti in 500 metri di lunghezza. Numeri imponenti che qualificano la fortezza come una delle più grandi ed importanti opere di ingegneria militare d'Europa. La Fortezza è celebre per aver resistito all'assedio operato dalle forze sabaude, tre giorni oltre proclamazione del Regno d'Italia, il 20 Marzo 1861.

Foto: Sylvia Perozzi


Foto: Sylvia Perozzi

L'ingresso principale non è agibile: alcuni pali di rinforzo sorreggono una sezione del muro lesionato. Aggiriamo lateralmente l'ostacolo ed acquistiamo i biglietti d'ingresso al prezzo di 6 euro l'uno.

Gli occhi non riescono a scorgere nella sua interezza una struttura così maestosa; lo sguardo si perde nella prima Piazza d'Armi, detta anche "del Cavaliere" poiché vi era allocato il monumento funebre dedicato al Maggiore Matteo Wade: eroe dell'esercito borbonico che si distinse durante l'assedio alla fortezza nel 1806. Sul fianco dell'ampio slargo è possibile visitare una delle cisterne d'acqua.

Ingresso cisterna - Foto: Sylvia Perozzi

Entriamo nella seconda Piazza d'Armi, dove si trovano i ruderi degli alloggi militari e la campana dedicata ai Caduti di tutte le guerre.

Ruderi alloggii: Foto: Sylvia Perozzi

"La fotografia è un esercizio di osservazione e il risultato è sempre un colpo di fortuna".

Isabel Allende

Dirigendoci verso la Grande Piazza visitiamo quelli che un tempo costituivano magazzini e fondaci. In uno di questi, vi è un fascio di luce che filtrando da un lucernario, costituisce l'unica fonte luminosa. La tentazione di scattare qualche foto è grande e diamo libero sfogo alla fantasia. È strano pensare come una stanza buia e vuota possa essere un ambiente così stimolante se illuminato da un solo raggio di sole!

Foto: Sylvia Perozzi

Foto: Sylvia Perozzi

Nella Grande Piazza osserviamo i ruderi del Palazzo del Governatore, purtroppo non visitabili. Di fianco si trova la chiesa di San Giacomo che al suo interno ospita un'interessante mostra fotografica. Alle spalle della chiesa si trova l'antico forno; proseguendo ancora incontriamo gli alloggi dei soldati. In una di queste stanze è stato riprodotto l'arredamento umile ed essenziale dei militi: un letto, un tavolo, un lavabo costituito da un catino ed un camino per riscaldare l'ambiente.

Ruderi residenza del Governatore: Foto: Sylvia Perozzi

Ruderi panificio - Foto: Sylvia Perozzi

Ricostruzione alloggio - Foto: Ludovica Pescara

La fortificazione nasconde ancora qualche sorpresa: la prima è la mostra del pittore Renato Coccia che ritrae gli scontri avvenuti tra i vicoli dei borghi teramani; soldati, partigiani e briganti; accampamenti e battaglie ai piedi del Gran Sasso. L'altra è il Museo delle Armi che raccoglie armi, mappe, documenti, lettere ed uniformi degli eserciti papali, sabaudi, borbonici e garibaldini.

Museo delle armi - Foto: Ludovica Pescara

Dopo tutto questo camminare, visitare e fotografare, ci siamo proprio meritati quei panini con la porchetta che abbiamo strategicamente comprato un paio d'ore prima. Quindi percorriamo la passerella ovest, dove ammiriamo il bellissimo paesaggio che dal paese spazia fino ai Monti Gemelli e scattiamo le ultime foto prima della pausa pranzo. I panini sono all'altezza delle nostre aspettative: la carne è tenera, delicata ma saporita, senza quell'eccesso di pepe che incendia il palato.

Monti Gemelli - Foto: Sylvia Perozzi

SS81 Piceno Aprutina - Foto: Ludovica Pescara

Usciamo dal forte e scendiamo in direzione de "La Ruetta: d'Italia la via più stretta" che si contende con Ripatransone il primato per il vicolo più stretto. Il passaggio, largo solo 40 centimetri, consente il transito una persona alla volta: si tratta di uno stratagemma militare, tipico delle cittadine fortificate. Il suo compito è quello di limitare l'accesso ad eventuali nemici.

La ruetta più stretta d'Italia - Foto: Ludovica Pescara

L'ultima sosta è quella rigenerante: il lungo cammino e l'elevata temperatura di Luglio richiedono un reintegro di sali minerali freschi, frizzanti e con due dita di schiuma. Ordiniamo un paio di birre in uno dei bar storici del paese e ci fermiamo a fare il resoconto di quanto sia stato appagante questo tuffo nella storia. Unico neo: la fortezza meriterebbe una manutenzione più efficace, in grado di garantire la maestosa bellezza che emerge da ogni pietra.

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